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“La zona Asi di Molfetta vedrà a breve i lavori per interventi di salvaguardia idraulica per 13 milioni e 361mila euro, altri 13 per la zona Pip, mentre i lavori del nuovo porto commerciale procedono spediti da cronoprogramma. È necessaria l’espansione e l’assegnazione dei suoli da parte dell’Asi perché Molfetta rappresenta l’avamposto naturale, logistico e strategico dello sviluppo industriale del Barese”.
Queste dichiarazioni, contenute nel comunicato dell’amministrazione Minervini, pubblicato venerdì 5 novembre (https://www.comune.molfetta.ba.it/vivere-il-comune/attivita/notizie/item/minervini-risponde-a-pate-e-molfetta-l-avamposto-naturale-e-strategico-per-l-espansione-della-zona-asi), spiegano perfettamente la percezione che le nostre classi dirigenti hanno delle criticità ambientali del territorio.
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“Rinaturalizzare i terreni come primo passo per la salvaguardia idraulica del territorio.”
Legambiente ribadisce il proprio no al maxi progetto proposto dal Comune di Molfetta e Consorzio ASI per mitigare il rischio idrogeologico in area industriale.
Un progetto costosissimo (oltre 25milioni di euro), dannoso, dall’altissimo impatto ambientale e paesaggistico (si prevede lo sbocco di uno dei due canali nei pressi dell’Oasi di Torre Calderina) che non risolverà affatto il problema del rischio idrogeologico. Rischio idrogeologico che, vale la pena ricordare, è la conseguenza diretta – come più volte denunciato dalla stessa associazione - di un utilizzo sbagliato del territorio con un’edificazione selvaggia in zone evidentemente fragili e non idonee in cui le Autorità avrebbero dovuto imporre il vincolo di inedificabilità.
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Ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare “I Canaloni”.
Ancora una volta, il Comune di Molfetta ed il Consorzio ASI, nonostante tutti i dubbi espressi dal Comitato V.I.A. della Regione Puglia, dall’Autorità di Bacino e dall’ A.R.P.A., anche nelle integrazioni ai loro pareri, hanno confermato la volontà di risolvere il problema delle inondazioni nella Zona Industriale, realizzando due canali enormi che attraverseranno territorio agricolo di pregio e sfoceranno uno a cala San Giacomo e l’altro in territorio del Comune di Bisceglie.
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Legambiente: l’attuale progetto non risolve il rischio inondazioni.
All’interno della conferenza di servizi, indetta dalla Regione Puglia e tenutasi il 13 marzo 2019, per valutare il “Progetto di mitigazione del rischio idraulico della zona ASI/PIP”, il circolo Legambiente di Molfetta ha ribadito la propria contrarietà allo stesso ed ha presentato, in collaborazione con Legambiente Puglia, le sue osservazioni.
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