Molfetta, 4 maggio 2012

Comunicato Stampa

 

Rischio idrogeologico: udienza finale

Il 14 maggio udienza presso la Cassazione a Sezioni Unite per discutere il ricorso del Comune di Molfetta dopo la bocciatura da parte del Tribunale superiore delle acque

Legambiente: “La pervicacia del Comune di Molfetta nel tentativo di nascondere il rischio idrogeologico è preoccupante. I sei candidati alla carica di sindaco dicano chiaramente da che parte stanno”.

Che Molfetta sia a rischio idrogeologico è ben noto. Naturalmente non basterebbe l’evidenza empirica, che pure è sotto gli occhi di tutti e che, ad ogni pioggia, conferma il fatto che in ampie zone della città gli equilibri idraulici siano del tutto saltati.

Il fenomeno, ben più nel dettaglio, è stato studiato dall’Autorità di Bacino, confermato dal Tribunale superiore delle Acque (sentenza n. 19/2012) e riconosciuto anche dal Comune di Molfetta e dal Consorzio ASI, ora congiuntamente all’opera per redigere un progetto di mitigazione del rischio (costo del progetto: 25milioni di euro).

Eppure, a fronte di una tale criticità, appare preoccupante e inquietante il tentativo degli attuali amministratori di aggirare il problema, magari allo scopo di perseverare negli errori del passato. Oggi, infatti, si riaffaccia il rischio che, per cavilli tutt’altro che sostanziali, la Cassazione annulli la sentenza del Tribunale delle Acque e cancelli – formalmente – le criticità idrauliche di Molfetta.

Sta per giungere a definizione il processo di appello promosso dal Comune di Molfetta contro l’Autorità di Bacino della Puglia, che è sostenuta invece da Legambiente; obiettivo dell’appello è contrastare la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che aveva già accolto completamente le difese di Legambiente e dell’Avvocatura dello Stato.

Il 14 maggio prossimo avrà luogo probabilmente l’ultima tappa del lungo iter giudiziario. La discussione, questa volta, avverrà dinanzi alle Sezioni Unite della Cassazione che dovranno decidere se la sentenza del Tribunale delle Acque ha correttamente valutato l’operato dell’Autorità di Bacino della Puglia.

Legambiente – difesa dall’Avv. Rosalba Gadaleta con il supporto tecnico del Prof. Vito Copertino –

sarà ancora una volta in prima linea nella difesa del territorio, a tutela dell’ambiente e dei cittadini. Il Comune di Molfetta, invece, pervicacemente, insisterà nel chiedere l’annullamento degli atti che hanno fotografato il rischio idraulico: e, questo, nonostante lo stesso Comune abbia in questi anni ridefinito i comparti edilizi interessati dalla presenza delle lame in modo da stralciare le aree più a rischio, con ciò dimostrando che è necessario e possibile effettuare una pianificazione che tenga conto delle emergenze idrauliche, ambientali e paesaggistiche.

Legambiente, oggi come nel 2009, è fortemente convinta che l’Amministrazione preposta alla tutela del vincolo idrogeologico debba esprimere il proprio parere secondo princìpi di precauzione, indicando le condizioni di sicurezza del territorio e dei cittadini, per evitare che il rischio idraulico possa aumentare e facendo in modo che le lame continuino a svolgere la loro funzione.

Le conoscenze acquisite con i moderni strumenti di indagine del territorio vanno messe a frutto affinché, con un’attenta attività di manutenzione, si possa mitigare il rischio, senza ricorrere ad atti di ulteriore cementificazione del territorio con infrastrutture che avrebbero impatti devastanti per il paesaggio, per il consumo di suolo e per l’enorme costo economico (cfr scheda allegata).

È auspicabile che tali conoscenze divengano patrimonio comune perché amministratori, tecnici e cittadini acquistino coscienza delle potenzialità del territorio e delle sue fragilità. Se, infatti, passassero l’idea e la nozione giuridica che il rischio idrogeologico è un fattore aggirabile, si imporrebbe una visione di città ancora più refrattaria alle regole e si produrrebbe un colpevole vulnus ai danni della salvaguardia e dello sviluppo futuro di Molfetta.

Chiediamo, pertanto, ai sei canditati alla carica di sindaco di prendere posizioni chiare in merito e di spiegare alla città che tipo di azioni intendono perseguire a seguito della sentenza della Cassazione.

Il Circolo Legambiente di Molfetta

(347.8544583)

Gli aspetti salienti della vicenda

Con sentenza n. 19/2012 il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP) ha respinto il ricorso, proposto dal Comune di Molfetta, per l’annullamento della delibera n. 11/2009 con cui il Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia (AdBP) ha approvato la perimetrazione di vaste aree, nel territorio comunale di Molfetta, ad alta pericolosità idraulica, evidenziando situazioni di rischio aggravate dalla edificazione intensa e disorganica degli ultimi decenni.

Un rischio idrogeologico, questo, non solo dovuto alle caratteristiche fisiche del territorio, ma anche indotto da una gestione sbagliata dello stesso, dovuta all’approvazione di Piani che hanno visto sempre più soffocata l’integrità del suolo cittadino. Una storia emblematica è quella dei Piani per Insediamenti Produttivi (P.i.p.) che a Molfetta inizia nel lontano 1976 e prosegue sino ai nostri giorni e vede, a partire dal 2000, un grande avversario: il Piano di assetto idrogeologico (PAI) che, approvato dal Comitato istituzionale dell’AdBP, riporta cartografie che perimetrano aree ad alta, media e bassa pericolosità idraulica riguardanti anche il territorio di Molfetta.

Con la sentenza n. 19 del 2012, il TSAP ha respinto tutti i motivi di ricorso, confermando il lavoro svolto dall’AdBP, giudicato coerente ed accurato, mentre l’istruttoria svolta dal C.T.U. ha ritenuto non condivisibili le obiezioni tecniche sollevate dal Comune e dai suoi consulenti confermando, di contro, la notevole accuratezza con cui l’AdBP ha proceduto all’analisi del territorio in esame.

 

Consorzio ASI BARI, il progetto di mitigazione del rischio idraulico

 

 

 

 

 

Rischio allagamenti in zona ASI: la cura è peggiore della malattia

 

 

Esprimiamo forte preoccupazione per la realizzazione delle opere di mitigazione idraulica finanziate per 14 milioni di euro dall’Accordo di Programma Quadro sottoscritto il 26 luglio tra Regione Puglia e Ministero dello Sviluppo Economico.

Infatti il “canale di gronda” (vedi cartina allegata) finanziato prospetta una pessima soluzione tecnica: una nuova e massiccia invasione di cemento a danno di terreni destinati a produzioni agricole di pregio a monte dell’area industriale.

Avevamo già proposto da gennaio di quest’anno che un rimedio per mitigare il rischio di allagamento consisteva nell’adeguare le precarie tombinature che in zona ASI attraversano le infrastrutture stradali, quelle di servizio ma anche quelle più importanti come la strada statale 16 bis, la linea ferroviaria adriatica e la statale 16, e ripristinare il percorso della lama, a valle di ciascuna infrastruttura, fino alla foce a mare, che pure andrebbe ripristinatadichiara Cosimo R. Sallustio, presidente del Circolo Legambiente di Molfettauna verifica di questi interventi di adeguamento e manutenzione andrebbe effettuata consultando le elaborazioni disponibili dell’Autorità di Bacino e le relative ed ancora valide prescrizioni contenute nel PAI”.

La funzione ambientale, morfologica, paesaggistica e naturale di tutte le lame del territorio comunale può, inoltre, essere salvaguardata o ripristinata nei tronchi di monte di ciascuna, anche a monte dell’autostrada A14, mantenendovi i percorsi attuali e le coltivazioni esistenti, e impedendo, qualunque intervento edilizio nelle aree delimitate dal PAI come aree inondabili.

Contro la proposta di artificiali canali deviatori di piena, occorre affermare la tutela e valorizzazione della naturalità di tale sistema di lame, in integrazione con il sistema di doline ivi insistenti e, in particolare, con l’eccezionale laboratorio di biodiversità e di storia che il Pulo tutt’ora rappresenta.

“Si tratta di un ulteriore ecomostro dall’impatto ambientale irreversibile: ben 5.000 gli alberi che saranno divelti, 359.000 i m3 di terra e roccia da scavare, 164.000 i m2 di suolo occupati, quasi 25 milioni di euro il costo da sostenere - precisa Massimiliano Piscitelli, presidente del comitato scientifico di Legambiente Puglia - la più efficace misura di mitigazione è non alimentare il rischio idraulico ripensando tutte le costruzioni previste nelle lame e nelle aree inondabili perimetrate dall’Autorità di Bacino con un’oculata pianificazione urbanistica che tenga conto degli aspetti idraulici e paesaggistici. Questo devastante intervento di mitigazione del rischio idraulico va completamente ripensato nel rispetto del valore straordinario del nostro territorio, dalla fascia costiera alla campagna”.

 

Da ultimo bisogna considerare che questo progetto prevede che tutti gli scarichi convergeranno verso Cala San Giacomo e che i vincoli idrologici che si verrebbero a costituire secondo quest’assetto ostacolerebbero una futura riqualificazione dell’unica insenatura a ponente della nostra città, da troppi anni lasciata in una inaccettabile condizione di degrado. Cala San Giacomo costituisce un elemento cardine per poter attuare una strategia di recupero dell’intero litorale tra Molfetta e Bisceglie e perciò una sua compromissione produrrebbe effetti negativi che si ripercuoterebbero su tutta questa fascia costiera.

 

Al nuovo Sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale il circolo Legambiente chiede qualI scelte operative intendano perseguire per garantire la sicurezza, la tutela del territorio e del suolo, preziosa risorsa non rinnovabile, a partire dalla urgente messa in sicurezza dell’abitato: il consumo di suolo non è più sostenibile e Legambiente chiede che sia definitivamente arginato. Infine occorrerà in tempi brevi procedere con l’adeguamento del PRG al PUTT.

Nelle immagini che seguono: Rischio idraulico a Molfetta e Planimetria di progetto delle opere di mitigazione del rischio idraulico in zona Asi e Pip

 


 

 

Quali SCELTE URBANISTICHE per Molfetta:

Legambiente presenta le sue idee per la città dei prossimi anni.

Venerdì 18 Gennaio, dalle 18.30 presso la sala Turtur nel centro storico di Molfetta, il circolo Legambiente presenterà i suoi orientamenti che dovrebbero essere posti alla base della redazione del futuro Piano Urbanistico Generale.

Questa iniziativa prosegue il confronto che Legambiente ha avviato con la città già dopo la storica sentenza del Tribunale Superiore della Acque che, lo scorso anno, ha condannato il Comune di Molfetta al rispetto delle prescrizioni indicate dalla Autorità di Bacino in tutti i documenti urbanistici cittadini.

Dopo quella sentenza, invece, l’ultima Giunta Comunale ha proseguito le sue scelte urbanistiche di cementificazione del territorio attraverso l’emanazione, tra l’altro, di un nuovo piano dell’agro, delle adozioni del “maxi comparto” e del comparto 18 consentendo, in quest’ultimo caso, la prematura eliminazione della vegetazione esistente in quei luoghi.

“Le scelte urbanistiche di Legambiente” afferma il presidente del circolo Cosimo R. Sallustio “tengono conto, oltre che dalle prescrizioni dell’Autorità di Bacino, anche dei dati oggettivi del territorio, dell’economia e della popolazione di Molfetta; l’obiettivo, per noi, sarà quello di evitare la riproposizione delle errate previsioni espansionistiche dei due precedenti Piani Regolatori e lasciare il posto a scelte che riportino in agenda il blocco del consumo di suolo, il miglioramento della qualità della vita, interventi di riqualificazione del centro abitato e la realizzazione di servizi necessari ai cittadini ma a, tutt’oggi, assenti in molte zone della città”.

Legambiente, anche in vista delle prossime elezioni comunali, chiede ai partiti, ai movimenti ed ai candidati sindaci un confronto chiaro su queste opzioni di governo del territorio alternative alle scelte sino ad ora adottate da chi ha governato la città.

 

 

 

LAME E COMPARTI: la Legambiente di Molfetta presenta le sue idee per la città che verrà

 

 

Giovedì 28 giugno presso la sala Turtur, nel centro storico di Molfetta, il circolo Legambiente di Molfetta, proseguendo un confronto avviato lo scorso maggio con le forze sociali, culturali e politiche cittadine, presenterà alla città le sue “idee” per il governo delle trasformazioni territoriali della città.

“Vogliamo dare una risposta” afferma il presidente del circolo Cosimo R. Sallustio “ ai continui e persistenti attacchi al nostro territorio ed alla nostra costa che in questi ultimi anni si sono tradotti in pesanti espansioni edilizie e commerciali a discapito del suolo agricolo, nella realizzazione di quell’ecomostro del nuovo Porto, nell’abbandono delle coste e nel degrado urbanistico ed ambientale del nucleo storico della città”.

La Legambiente, partendo da una attenta analisi delle scelte urbanistiche avvenute negli ultimi vent’anni, proporrà “un progetto urbanistico” ecologicamente sostenibile che, innanzitutto, fermi l’ulteriore consumo di suolo agricolo in periferia, adotti le Lame che lo solcano in buona parte, riveda subito i rimanenti comparti edificatori e punti ad una riqualificazione urbana del centro cittadino e delle periferie.

Ma tutto questo necessita di un controllo democratico da parte dei cittadini, ovvero del contrario di quanto è accaduto con la gestione amministrativa della giunta Azzollini.

Legambiente invita, quindi, tutti i cittadini pronti a sostenere queste scelte al dibattito pubblico che si terrà, dalle ore 18.30 alle 20.45, giovedì 28 giugno 2012 presso la sala Turtur.

Il circolo Legambiente di Molfetta


 

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