Legambiente conferma il NO al maxi progetto dei canaloni
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“Rinaturalizzare i terreni come primo passo per la salvaguardia idraulica del territorio.”
Legambiente ribadisce il proprio no al maxi progetto proposto dal Comune di Molfetta e Consorzio ASI per mitigare il rischio idrogeologico in area industriale.
Un progetto costosissimo (oltre 25milioni di euro), dannoso, dall’altissimo impatto ambientale e paesaggistico (si prevede lo sbocco di uno dei due canali nei pressi dell’Oasi di Torre Calderina) che non risolverà affatto il problema del rischio idrogeologico. Rischio idrogeologico che, vale la pena ricordare, è la conseguenza diretta – come più volte denunciato dalla stessa associazione - di un utilizzo sbagliato del territorio con un’edificazione selvaggia in zone evidentemente fragili e non idonee in cui le Autorità avrebbero dovuto imporre il vincolo di inedificabilità.
Cosa succede a Torre San Giacomo?
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Il circolo Legambiente di Molfetta “Giovanna Grillo”, il L.U.P. – Laboratorio di Urbanistica Partecipata ed il Liberatorio Politico hanno appreso dall’albo pretorio del parere positivo degli uffici all’iscrizione dell’azienda agricola “Torre san Giacomo” nell’elenco regionale operatori agrituristici ed hanno inviato le loro osservazioni al progetto presentato per realizzare nell’area agricola di sua proprietà, ricadente nell'Oasi di protezione Torre Calderina, una struttura ricettiva.
Senza la “memoria ed il rispetto” del Verde
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Della “irrispettosa potatura” di uno dei sei pini di pregio storico – naturalistico presenti in piazza Aldo Moro, ci sarebbe molto da dire, rispetto all’imperizia di chi ha operato ed all’improvvisazione dell’amministrazione che lo ha permesso oltre che alle “ridicole” motivazioni che hanno portato a questa grottesca situazione.
Non si può fare silenzio!
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Apprendiamo con sconcerto e preoccupazione dell’atto intimidatorio perpetrato stanotte ai danni dell’abitazione di Matteo D’Ingeo, coordinatore del Liberatorio Politico. L’ordigno posizionato dietro la porta della sua casa rappresenta un gesto grave per la città, evidentemente, al centro di interessi criminali che sono stati toccati dall’azione costante e quotidiana del Liberatorio.
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