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Legambienta presenta le osservazioni alla variante al PRG di Molfetta per il comparto 18
Scarica il documento consegnato al Commissario Prefettizio.
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Legambiente - circolo di Molfetta, sentiti i protagonisti della vicenda, chiede spiegazioni sul perché un luogo adibito a pubblico transito sia, al contrario, interdetto allo stesso. La galleria pedonale deve essere resa pubblicamente transitabile e questo sia in adempimento ai provvedimenti emessi sia a garanzia del rispetto di una giustizia pubblica.
Ancora controversie a Molfetta sulla questione della galleria pedonale di collegamento fra via Paniscotti e c.so Margherita di Savoia. Una storia cominciata nel lontano 1989, data in cui veniva depositato al comune di Molfetta il primo progetto di “Restauro conservativo e recupero volumetrico” del fabbricato per il quale non venne, però in quell’occasione, ritirata alcuna concessione edilizia.
A questo primo approccio ne seguì un successivo che vide la presentazione di un secondo progetto, in variante al precedentemente, al quale fu accordata, dal comune di Molfetta, la concessione edilizia n. 2298 del 28/11/1991 che attestava: “il nuovo corpo di fabbrica… consentirebbe di utilizzare l’ampia corte risultante anche ad uso pubblico”. Inoltre, la destinazione a pubblico passaggio era resa evidente dal fatto che si precisava: “il piano terra è completamente aperto, fatta eccezione per il vano portone e un locale tecnico e costituirà a tutti gli effetti uno spazio pubblico in parte porticato ed in parte scoperto collegato anche a c.so Margherita di Savoia attraverso l’ampio androne dell’edificio settecentesco”.
E’ chiaro che lo spirito che animava il progetto era, sin dalle sue battute iniziali, quello di creare una galleria pedonale di collegamento fra via Paniscotti e c.so Margherita di Savoia che fosse fruibile dai pedoni.
Successivamente, con concessione edilizia n. 2674 dell’11/02/1994 si otteneva l’autorizzazione a realizzare una guardiania nel vano portone-androne. Al proposito veniva specificato che: “al piano terra, il carattere di galleria pedonale di collegamento tra c.so Margherita di Savoia e via Paniscotti dato all’androne rende necessario una divisione tra percorsi pubblici e accessi alle unità residenziali dei piani superiori”.
E’ evidente, dalla lettura della relazione, che il carattere di galleria pedonale era già dato e non era, viceversa, subordinato alla creazione di strutture, la cui costruzione, comunque concessa, era volta a garantire la sicurezza dei condomini residenti ai pian superiori.
Parimenti è accaduto con la concessione edilizia n. 5294 del 26/11/1997 con cui, a sanatoria, si autorizzava il cambio di destinazione d’uso del locale originariamente adibito a guardiania. Anche tale struttura era stata richiesta per garantire la sicurezza dei condomini ed il Comune non aveva in alcun modo ostacolato la sua costruzione.
Anche in questo caso è palese che la creazione di un percorso privilegiato e il cambio di destinazione d’uso della guardiania lasciavano impregiudicata e salvaguardata la destinazione a pubblico passaggio pedonale precedentemente concessa.
In definitiva, né nella relazione tecnica relativa alla concessione n. 2674 dell’11/02/1994 né nella concessione n. 5294 del 26/11/1997 si è mai mutata la destinazione di pubblico passaggio pedonale della galleria.
E arriva, con provvedimento n. 1074 del 12/01/1999, la reazione del comune di Molfetta, il quale diffida i proprietari dello stabile ad osservare scrupolosamente le condizioni e le prescrizioni riportate nel progetto di ristrutturazione dello stabile ed in particolare di consentire il transito pedonale attraverso l’atrio del citato fabbricato, pena l’applicazione di sanzioni previste dalla normativa vigente.
Bene, a fronte di quanto sinteticamente riassunto, una domanda risulta necessaria; perché il passaggio pedonale, ad oggi, risulta ancora negato?
Il Liberatorio Politico ha cercato di sollecitare una risposta in merito al perché oggi quel passaggio risulti ancora chiuso ma dopo aver presentato un’istanza il 17 dicembre 2010, diffidato il Sindaco perché omissivo e non rispettoso dello Statuto Comunale e raccolto circa 400 firme di cittadini che hanno chiesto l’apertura del passaggio pedonale di via Paniscotti, la situazione è ancora ad un nulla di fatto.
Legambiente - circolo di Molfetta, sentiti i protagonisti della vicenda, chiede spiegazioni sul perché un luogo adibito a pubblico transito sia, al contrario, interdetto allo stesso. Lo stato dei fatti attuale continua a registrare la chiusura illegittima, continua e persistente dei cancelli posti all’ingresso dell’androne/galleria pedonale che pone in comunicazione le suddette vie, via Paniscotti e c.so Margherita di Savoia, con il cortile interno al complesso condominiale e questo rendendo inaccessibile il libero passaggio pedonale attraverso la galleria.
In definitiva, bisogna far luce sia sul perché i condomini dell’immobile persistano tuttora nell’antigiuridica condotta consistente nell’inottemperanza di quanto disposto dagli enti competenti impedendo che la galleria sia destinata, di fatto, a pubblico transito e costringendo, per questo, i malcapitati pedoni, che da via Paniscotti intendono raggiungere c.so Margherita di Savoia e viceversa, ad aggirare la galleria di collegamento percorrendo quel tratto di via Paniscotti che si restringe, tanto da rimaner privo di marciapiede, con grave ed evidente pericolo per l’incolumità fisica della cittadinanza, sia sul comportamento, di ingiustificata inerzia, dell’Amministrazione comunale che, per oltre un decennio, non ha sentito il dovere di far rispettare i propri provvedimenti emessi nell’interesse della collettività.
La galleria pedonale deve essere resa, in sostanza, pubblicamente transitabile e questo sia in adempimento ai provvedimenti emessi sia a garanzia del rispetto di una giustizia pubblica.
Molfetta, 12 ottobre 2012
Il circolo Legambiente di Molfetta
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Fermiamo il consumo di suolo a Molfetta:
il Comune risponda al censimento e blocchi gli interventi come quelli sul comparto 18.
A seguito dell’ invio, avvenuto nello scorso aprile a cura del Forum nazionale “Salviamo il Paesaggio”, di una scheda di censimento sulla realtà delle strutture edilizie già presenti nel nostro Comune, ad oggi nulla è stato predisposto dagli uffici comunali; pertanto il circolo LEGAMBIENTE di Molfetta, al fine si sollecitare la compilazione di questa scheda e a seguito dei nuovi pesanti ed ingiustificati interventi di eliminazione della vegetazione come accaduto nella maglia D del comparto 18 che sino a nuova sentenza della Cassazione sulla vicenda Lame devono essere bloccati, ha inviato al Presidente del Consiglio Comunale le centinaia di firme raccolte durante i tavolini domenicali tenutisi in città nei mesi di aprile e maggio scorsi.
Di seguito il testo della petizione messa a punto dal Forum “Salviamo il Paesaggio” e sottoscritta da centinaia di molfettesi:
Noi cittadine e cittadini di Molfetta, desideriamo sottoporre al nostro Consiglio Comunale la richiesta di voler provvedere ad attivare con urgenza massima il censimento del patrimonio edilizio presente all’interno dei confini comunali, secondo l’apposita scheda sottoposta alla Vostra attenzione nelle scorse settimane dal Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e dalle 555 organizzazioni attualmente ad esso aderenti. Questo censimento, richiesto a tutti i Comuni italiani, vuole mettere in luce con assoluta esattezza la realtà delle strutture edilizie già presenti nel nostro Comune e, in particolare, il numero e la superficie di quelle sfitte, vuote, non utilizzate. Tale elemento è ritenuto di estrema importanza per monitorare lo stato attuale dell’offerta edilizia e ragionare - senza pregiudizi e con precisi dati di ausilio – il fenomeno del consumo di suolo e tutte le necessarie pianificazioni conseguenti.
La scheda, inviata lo scorso aprile, è stata ideata allo scopo di offrire un metodo di lavoro che possa guidare ogni nuova futura pianificazione dello strumento urbanistico comunale e favorire una discussione basata su informazioni certe ed aperta ai contributi di tutti i cittadini.
Il nostro invito è di completare anche nel nostro Comune questo specifico lavoro censuario entro il prossimo mese di settembre 2012.
La portata delle informazioni previste, ci portano anche ad invitarVi a valutare, successivamente, la decisione di adottare una moratoria per le nuove edificazioni su aree libere previste dallo strumento urbanistico attualmente in vigore e/o da sue varianti: i dati che l’amministrazione comunale avrà modo di mettere in luce, infatti, potrebbero profondamente modificare il quadro complessivo delle pianificazioni attualmente definite in assenza di riferimenti metodologici che abbraccino l’intero assetto urbanistico comunale.
Il circolo Legambiente di Molfetta
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Comunicato Stampa
Il Nuovo Porto: un Ecomostro incompiuto destinato ai nostri figli
Era settembre del 2006 quando la allora Giunta Comunale approvò il progetto definitivo del Nuovo Porto Commerciale di Molfetta: spesa complessiva 69 meuro e completamento previsto in aprile del 2015, poi rivisto nel 2008 nell’importo che si incrementò a 72 meuro.
Ricordiamo che questa opera è seconda nell’Adriatico, come importi spesi e complessità progettuale, al “Mose” di Venezia ovvero ad un’altra realizzazione di dubbia efficacia nella protezione della laguna veneta dalle alte maree.
Errori e distrazioni progettuali hanno consentito che nascesse un gigantesco Ecomostro di cui oggi, anche alla luce della richiesta Regionale di revoca della delega delle competenze fatta nei confronti della amministrazione Comunale, i cittadini molfettesi avvertono la pericolosità del suo probabile abbandono e mancato completamento.
“Oltre alle motivazioni che la Regione porta alla richiesta di revoca delle competenze del Comune sul nascente Porto, noi di Legambiente” afferma Cosimo R. Sallustio presidente del circolo Legambiente di Molfetta “vogliamo ricordare, così come da noi più volte denunciato, le colpevoli omissioni progettuali in materia ambientale e le responsabilità di chi al Comune doveva controllare che questa realizzazione non provocasse danni alle risorse marine ed alla pesca”.
In breve riassumiamo le tre principali “distrazioni” progettuali:
· La sottovalutazione dell’enorme giacimento di ordigni bellici depositati in fondo al Porto; tutti sapevano e istituti come l’ISPRA avevano quantificato in 6-7mila le varie tipologie di bombe presenti nel fondo del Porto (vedi su You tube la puntata di Linea Blu della RAI del 20 agosto 2011)
· I tecnici progettisti non avevano previsto i nuovi e pericolosi “moti ondosi” che questa opera avrebbe creato durante le mareggiate
· Nelle carte progettuali le aree dove si era sviluppata l’utilissima alga Poseidonia erano segante lontano dall’area portuale
A causa di queste “distrazioni”, già causa di enormi danni ambientali ed economici alla città, in questi anni ci sono stati:
· La bonifica di circa mille ordigni bellici (sui 6-7 mila presenti nel fondo) che ci ha fatto pagare un pesante risarcimento di circa 8 milioni di euro alla ditta Cmc&C per il blocco dei lavori a cui è andata incontro a seguito del protrarsi delle operazioni di bonifica; una multa che potremo pagare nuovamente in quanto le bombe presenti sui fondali sono ancora tantissime;
· I nuovi “moti ondosi” che si creano in presenza di forti mareggiate costringono i pescherecci ad ormeggiare in rada per evitare che si ripetano danni ai natanti e sono stati e saranno causa di enormi danni alle imbarcazioni da turismo attraccate sul molo Pennello oltre che agli stessi pontili;
· Nel 2011 la procura di Trani avvia una indagine per verificare che ci possa essere un nesso tra la distruzione di enormi tratti della utilissima alga Poseidonia e la proliferazione anomala nei periodi estivi dell’alga tossica Ostreopsis
A questa Amministrazione Comunale, quindi, anche la responsabilità dell’enorme danno ambientale che questa opera ha creato al nostro fronte mare; milioni di metri cubi di pietre e cemento hanno invaso, e per sempre, il mare e per sempre hanno danneggiato il nostro paesaggio oltre ad aver fatto più danni economici di quanti ne dovevano arrivare dalla realizzazione del Nuovo Porto. Ai nostri figli stiamo consegnando solo un enorme ECOMOSTRO, privo di un futuro certo e già oggi destinato solo a morte certa.
Legambiente chiede che, a questo punto, chiunque sarà la amministrazione deputata al completamento dell’opera:
· valuti le soluzioni da intraprendere per ripristinare la funzionalità dell’opera con i fondi rimasti a disposizione e nelle condizioni attuali
· completi, con urgenza e nel rispetto delle migliori tecniche disponibili, le attività di bonifica dei fondali dagli ordigni bellici inesplosi e che nel corso di tali attività dovranno essere condotte le necessarie attività di monitoraggio ambientale e di informazione alla cittadinanza su quanto avviene;
· rifaccia la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale su quel che resta da realizzare del progetto originario e si tenga conto degli effetti ambientali delle varianti necessarie
Intanto crediamo che sia giunto il momento che Procura e Corte dei Conti facciano luce su questa enorme truffa a danno delle casse dello Stato e del futuro di questa città.
19 giugno 2012
Il circolo Legambiente di Molfetta
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