Egr. Direttore de L'Altra Molfetta,

 vorrei, per cominciare, ringraziarla per il notevole spazio che il suo giornale ha voluto dedicare alla questione dell'Oasi di Torre Calderina e del ricorso al TAR proposto da Legambiente contro l'accordo di programma sottoscritto dalla ditta Ho.Ri.Ba., il Comune di Molfetta e la Regione Puglia.

Il resoconto, che è stato puntuale e circostanziato per quanto riguarda gli aspetti legali e amministrativi, andrebbe però - a mio giudizio - integrato da considerazioni di carattere ambientale ed economico: torre Calderina è, infatti, solo un momento di una partita più ampia che si sta giocando e che ha in palio lo sviluppo della nostra città.

Questo non vuole, naturalmente, essere un appunto al cronista ma, semmai, la constatazione che, nonostante i nostri sforzi di ambientalisti, la posizione di Legambiente non viene diffusamente compresa e soffre del pregiudizio che vuole l'impegno delle associazioni ambientaliste volto unicamente a contrastare gli inevitabili costi dello sviluppo.

Così, invece, non è, per la semplice ragione che non è più possibile pensare ad uno sviluppo che non ponga la salute dei cittadini, la qualità della vita e, di conseguenza, la tutela dell'ambiente come suo fine.

Anzi, è sempre più vero che è proprio la salvaguardia dell'ambiente a diventare motore di sviluppo consentendo risparmi strutturali e attirando investimenti e flussi di persone.

Dunque, come adesso spero risulti più chiaro, il nostro intervento a difesa dell'Oasi non intendeva penalizzare l'imprenditore che voleva investire, ma intendeva difendere le possibilità di sviluppo della nostra città.

Perché quell'intervento, così com'era concepito non generava ricchezza, ma, al contrario, la distruggeva.

Noi riteniamo, infatti, che l'Oasi possa e debba avere anche un futuro turistico che parta, però, dalla salvaguardia delle sue peculiarità ambientali e paesaggistiche.

A tale proposito Legambiente ha presentato un progetto di riqualificazione di tutta l'Oasi, che prevede anche insediamenti turistici. Nei limiti delle nostre capacità stiamo facendo di tutto per farlo conoscere al maggior numero possibile di cittadini.

A questo spero che il su giornale voglia contribuire.

Un'ultima cosa.

E' bene che i molfettesi sappiano che l'accanimento con cui l'Amministrazione comunale si è opposta al nostro ricorso trova le sue ragioni non tanto in un legittimo convincimento di essere dalla parte del giusto, quanto in un progetto generale di privatizzazione di tutta la costa molfettese.

Il tentativo di negare l'esistenza di vincoli o di interpretarli in senso assai ampio, era la necessaria premessa del Piano delle coste così come si va configurando. Esattamente come i permessi accordati agli stabilimenti balneari di Levante e l'ampliamento edificatorio concesso alla "Perla" (che non sarebbe possibile ai sensi delle NTA relative alle D4 e del "Decreto Urbani") persegue l'obiettivo di impedire la realizzazione del grande parco sulla costa fra Molfetta e Giovinazzo, previsto dal Piano Regolatore.

Certo che il suo giornale vorrà concederci altre occasioni per esporre le nostre idee, la saluto molto cordialmente.

Molfetta, giugno 2004

Antonello Mastantuoni, Circolo Legambiente di Molfetta