Quale futuro (reale) per il Porto di Molfetta?

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Due settimane fa, la Commissione esecutiva del Forum “Agenda XXI” della Città di Molfetta ha programmato un’iniziativa pubblica «allo scopo di sondare e monitorare, di concerto con l’Amministrazione Comunale, la voce, il parere e le proposte dei cittadini, singoli e associati, sulle sorti del fronte del Porto». Le riflessioni che seguono rispondono all’appello rivolto dalla stessa Commissione esecutiva ad associazioni e soggetti attivi, chiamati a produrre un breve «contributo d’idee» sul tema.

Salutiamo con favore, ma anche con qualche perplessità, il proposito manifestato dalla Commissione Esecutiva di “Agenda XXI” di «conoscere quali siano i desiderata della città in relazione al futuro del Porto». Questa meritevole intenzione, infatti, cozza contro alcuni aspetti e punti fermi che al momento vanificherebbero qualsiasi ‘desiderio’, pur intelligente e meritorio, che abbia per oggetto il destino del porto.
Di che aspetti parliamo?

Molfetta, 23 agosto 2014

Il Porto di Molfetta fatto a pezzi

Legambiente: «Serve una visione organica dell’area portuale di Molfetta».

Finora progetti-spot e interventi scollegati tra loro.

 

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Il nuovo Porto di Molfetta – c’è stato ripetuto fino allo sfinimento – è la terza opera marittima oggi in costruzione in Italia; una ‘Grande Opera’ dunque. E i benefici di una grande opera, per definizione, vanno misurati su una scala diversa da quella meramente locale. A livello locale, semmai, vanno misurati i danni e messe in atto misure atte a compensarli, a lenire i castighi inflitti alla popolazione locale.

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Molfetta, 27 luglio 2014

Riprende il largo Goletta.

E a Molfetta ‘sbarca’ l’impegno dei sindaci sull’Area Marina Protetta.

Ieri, l’incontro pubblico sull’Area Grotte di Ripalta-Torre Calderina.

Legambiente presenta un video e rivela: ‘Pesanti i danni causati dai depuratori

e dai lavori del Porto. Serve un impegno comune per salvare l’Area’.

Goletta Verde molla gli ormeggi, mentre a terra resta l’impegno di salvare l’Area Marina Protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina. Amministratori e associazioni ambientaliste hanno sottoscritto, ieri, un patto morale: invertire la rotta dell’incuria e prendere a cuore, finalmente, una zona che per anni è stata considerata residuale, micro-discariche abusive lungo la costa e, a mare, scarichi maleodoranti. Se, per paradosso, tutto questo finora ha salvato il litorale molfettese di Ponente dalla corsa al cemento, adesso è giunta l’ora di convertire l’abbandono in tutela: si deve, ora, riempire di senso l’abusato slogan della ‘valorizzazione’. Prima che sia troppo tardi.

Ieri, in occasione dell’arrivo a Molfetta di Goletta Verde (una delle tre tappe pugliesi della storica campagna di Legambiente), al tavolo dei relatori sedevano, con Legambiente, le autorità politiche locali, regionali, nazionali: l’on. Francesco Boccia (Presidente della Commissione Bilancio, tra i promotori dell’istituzione dell’Area Marina Protetta); la vicepresidente della Regione Puglia, Angela Barbanente; il Sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio; il Sindaco di Bisceglie, Francesco Spina. Da tutti loro l’impegno a cogliere un’opportunità non solo conveniente, ma ormai necessaria. “Un’Area Marina Protetta – ha ribadito Sebastiano Venneri, Responsabile Nazionale Mare Legambiente – può innescare felici occasioni di sviluppo e di lavoro, promuovendo ricerca e turismo responsabile”. L’Amp, insomma, favorirebbe un’idea di sviluppo nuova e alternativa a quella che da oltre vent’anni si pratica a Molfetta. Ma c’è di più. “In quell’area, gli elementi marini di pregio sono a rischio”, ha spiegato Feliciana De Trizio, segretaria del Circolo Legambiente di Molfetta. A provarlo, un inedito video girato pochi giorni fa a cura di Legambiente Molfetta con il supporto della Lega Navale di Molfetta e del subacqueo Paolo de Gennaro. Le riprese, realizzate dal biologo marino Michele de Gioia, mostrano che, sia presso Cala Pantano (Bisceglie) sia presso Cala San Giacomo (Molfetta), la qualità dei fondali è peggiorata. “L’eccesso di sedimenti, provocato con ogni probabilità dal pessimo funzionamento dei depuratori e dai lavori per il nuovo Porto di Molfetta, ha gravemente danneggiato il Posidonieto, pianta marina pregiata e indispensabile per la vita del mare, per la sua capacità di produrre ossigeno, e per quella della costa, perché fa da barriera naturale contro l’erosione delle spiagge”, ha continuato Feliciana De Trizio. Solo pochi cespugli restano delle folte praterie di Posidonia di un tempo. La torbidità delle acque ha ostacolato e ostacola la vita di questa pianta, che ha tra le sue funzioni, ad esempio, quella di favorire la proliferazione della fauna ittica.

Che fare, allora? E perché istituire un’Area Marina Protetta in una zona così compromessa? La risposta è l’unica possibile. Per ripopolare e rinaturalizzare un’area che può tornare a essere di pregio. Per tentare l’ultima carta, l’ultima spiaggia. Cioè per sperimentare, in concreto, una via nuova e forse obbligata. Servirà, ad esempio, che si ponga attenzione ai prossimi lavori di messa in sicurezza del nuovo Porto, pretendendo l’uso di tecnologie – già adoperate altrove – che preservino ecosistemi delicati e preziosi. Serve, insomma, tirare una linea e ricominciare. Dopo i danni, non possiamo permetterci altro.

 

Circolo Legambiente di Molfetta

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Molfetta, 25 luglio 2014

L’ultima spiaggia, 2004-2014.

Domani Goletta verde a Molfetta (unica tappa in Provincia di Bari).

In programma un incontro pubblico

sull’Area marina protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina.

Legambiente spiega le ragioni dell’iniziativa:

‘Oltre ogni polemica, un’occasione unica per il nostro mare’.

Dieci anni fa, Legambiente assegnava alla città di Molfetta la bandiera nera. Cos’è cambiato da allora? Non molto. Anzi. La ‘valle di lacrime’, che storicamente contraddistingue la costa molfettese e il nostro mare, non accenna a prosciugarsi. Eppure non serve arrendersi. Bisogna provarci, ancora. Legambiente riparte da un angolo di mare per anni dimenticato. E forse, proprio per questo, rimasto indenne da lottizzazioni edilizie: l’area di Torre Calderina tra Molfetta e Bisceglie. Un’area che, già dieci anni fa, era al centro dell’attenzione del circolo Legambiente di Molfetta.

“Dopo aver combattuto, anche in sedi giudiziarie, contro l’illogico tentativo di edificare un villaggio turistico (Ho.ri.ba.), promuovemmo un concreto progetto di riqualificazione dell’area, provando a dimostrare che l’alternativa al degrado non è per forza il cemento”, ricorda Giovanna Grillo, presidente del Circolo Legambiente di Molfetta. A quel progetto, nel quale Legambiente crede ancora (nonostante l’inerzia politico-amministrativa di questi anni), si è aggiunta oggi una seconda opportunità: l’istituzione dell’area marina protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina, un’iniziativa il cui iter di perimetrazione è stato da poco avviato presso il Ministero dell’Ambiente con il supporto di Ispra.

“L’Area Marina Protetta – spiega Giovanna Grillo – favorirebbe una nuova ‘visione’ del litorale tra Molfetta e Bisceglie. Tuttavia, essa non deve apparire come un ‘fiore all’occhiello’ mal riposto, in una zona in cui vari e noti problemi, ad oggi, purtroppo permangono”. Lo stesso progetto di realizzazione di condotta sottomarina, per lo sbocco a mare dello scarico dei quattro depuratori che insistono sull’area, non può essere considerato, sic et simpliciter, un ‘tocca-sana’ sufficiente a risolvere i problemi di inquinamento delle acque, problemi derivanti piuttosto dal cattivo funzionamento degli impianti di depurazione (basti ricordare che la stessa Legambiente ha presentato, nelle sedi ufficiali, osservazioni ed esposti proprio in merito all’impatto della condotta sottomarina e delle opere connesse).

Perché, allora, l’Area Marina Protetta? Non solo per salvaguardare l’esistente, ma anche e soprattutto per risanare e ripristinare peculiarità naturalistiche messe a durissima prova negli ultimi anni. Che cos’è rimasto, ad esempio, del pregiato Posidonieto, che caratterizzava l’area, dopo i lavori per la realizzazione del nuovo Porto?

Di questo (e di altro) si parlerà domani, presso la Banchina Seminario (Duomo di Molfetta) dove attraccherà Goletta Verde. Alla tavola rotonda, in programma alle 19.30, interverranno: Francesco Boccia (Presidente della Commissione Bilancio, Camera dei Deputati); Angela Barbanente (Vicepresidente Regione Puglia); Paola Natalicchio (sindaco di Molfetta); Francesco Spina (sindaco di Bisceglie); Sebastiano Venneri (Responsabile Nazionale Mare Legambiente); Feliciana De Trizio (Legambiente Molfetta). Il dibattito sarà moderato da Francesco Tarantini (Presidente Legambiente Puglia).

Durante il dibattito saranno presentati i dati del monitoraggio delle acque antistanti il litorale di Molfetta. Inoltre, saranno proiettati filmati inediti che registrano lo stato dell’ambiente sottomarino dell’istituenda Area Marina Protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina (a cura di Legambiente Molfetta).

Circolo Legambiente di Molfetta