Anche quest'anno salpa la Goletta Verde di Legambiente

 

SOS Goletta Verde, per difendere il mare dall’inquinamento

Segnala a Legambiente tubature che scaricano in mare,

liquidi o sostanze sospette in acqua

L’imbarcazione ambientalista in Puglia dal 26 al 30 luglio

Lo scorso 21 giugno la Goletta Verde ha mollato gli ormeggi per una nuova estate in difesa del mare. Dal 1986 la storica imbarcazione di Legambiente difende l'immenso patrimonio marino e costiero nazionale dai pirati del mare: denuncia gli oltraggi della speculazione edilizia e dell’abusivismo, la mancata depurazione delle acque, i tentativi di privatizzazione del demanio,l’offesa delle trivellazioni petrolifere e della pesca di frodo.

Anche quest’anno, Legambiente chiede ai cittadini di aiutarci a difendere il mare attraverso SOS Goletta, un servizio di segnalazioni, coordinato dallo staff tecnico dell’associazione, per denunciare situazioni a rischio di inquinamento delle acque derivante da scarichi fognari abusivi, depuratori mal funzionati o tubature che scaricano liquidi o sostanze sospette in mare.

In concreto, quindi, i cittadini possono inviare una breve descrizione della situazione, l’indirizzo e le indicazioni utili per identificare il punto, le foto dello scarico o dell’area inquinata e un recapito telefonico scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., inviando un SMS o MMS al numero 346.007.4114, oppure chiamando lo 06.862681.

“Con l’arrivo di Goletta Verde –dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia- faremo il punto della situazione sullo stato di salute del mare, sulle piattaforme petrolifere e sull’abusivismo edilizio lungo la costa in Puglia. L’imbarcazione ambientalista conclude Tarantini- sosterà nella nostra regione dal 26 al 30 luglio con tappe a Gallipoli e Trani”.

Segui la Goletta Verde su http://www.golettaverde.it/

Molfetta, 28 maggio 2012

Comunicato stampa

Operazione ‘Dirty Water’: sequestrati 4 depuratori

Il circolo di Molfetta chiede soluzioni urgenti per far fronte al fabbisogno di depurazione.

Il sequestro probatorio dell’impianto di depurazione delle acque reflue del Comune di Molfetta e i reati contestati dalla magistratura riportano alla ribalta della cronaca i problemi di cattiva gestione dei reflui scaricati sul tratto di costa compreso tra i comuni di Molfetta e Bisceglie, da sempre denunciati da Legambiente.

A ponente della cittadina di Molfetta, infatti, sono scaricati in battigia i reflui provenienti dai comuni di Molfetta, Terlizzi, Ruvo, Bisceglie e Corato, depurati in 4 depuratori, rendendo di fatto scarsamente fruibile quel tratto di costa caratterizzato da un’altissima valenza paesistico ambientale.

Il confine  tra i comuni di Molfetta e Bisceglie è ancora oggi solcato da un fiume di liquami a cielo aperto visibile chiaramente sulla strada che porta a Madonna di Zappino.
Quando piove, questa fogna a cielo aperto allaga le campagne e inquina le
falde acquifere da cui attingono molti pozzi artesiani.

Legambiente da anni chiede l’attuazione dei programmi di riutilizzo dei reflui affinati in agricoltura e la conseguente dismissione degli scarichi in battigia. Le opere – tutte realizzate con finanziamenti pubblici - esistono e attendono solo di essere messe in esercizio.

L’avvio dell’esercizio degli impianti di affinamento annessi ai depuratori di Ruvo-Terlizzi e di Molfetta consentirebbe di evitare di scaricare i reflui a mare rendendo balneabile e pienamente fruibile il tratto di costa di ponente e consentendo, al contempo, di ridurre l’utilizzo di acqua pulita per l’irrigazione oggi prelevata dall’acquedotto civile e, in gran parte, dai pozzi artesiani, con conseguenze davvero gravi per i delicati equilibri idrogeologici della falda sottostante.

Il circolo di Molfetta chiede:

1. che siano resi pubblici i risultati delle analisi che vengono effettuate sul refluo scaricato in mare da tutti i depuratori che scaricano sulla battigia di ponente;

2. che sia ripristinata la piena efficienza depurativa degli impianti, nel rispetto dei limiti di legge;

3. l’applicazione dei limiti allo scarico più restrittivi (si faccia riferimento a quanto previsto per le aree sensibili, vista la continua fioritura di alga tossica – sostenuta in gran parte dalla buona disponibilità di nutrienti quali azoto e fosforo)

4. che siano attivati tempestivamente gli impianti di affinamento (Ruvo-Terlizzi e Molfetta) e le reti per il riutilizzo dei reflui in agricoltura, ormai completamente ultimati;

5. che nelle more del completamento dei lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione di Molfetta – ormai in corso da anni e non ancora ultimati – si valuti la possibilità di utilizzare le sezioni impiantistiche già disponibili per l’affinamento, con funzione di depurazione ordinaria per migliorare la qualità del refluo scaricato in mare, al momento non conforme al limiti di legge.

Bari, 24 maggio 2012

Operazione ‘Dirty Water’: sequestrati 4 depuratori

Legambiente plaude al lavoro della Procura di Trani,

che ha coordinato Guardia di Finanza di Barletta e Capitaneria di Porto di Bari

“Legambiente -dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia- esprime viva soddisfazione per il sequestro probatorio di quattro depuratori delle acque reflue di Molfetta, Trani, Barletta e Andria, eseguito dalla Guardia di Finanza di Barletta e dalla Capitaneria di Porto di Bari, coordinati dalla Procura di Trani”.

Quattro impianti di depurazione delle acque reflue di Molfetta, Andria, Barletta e Trani sono stati sequestrati da militari della Guardia di Finanza di Barletta e della Capitaneria di Porto di Bari nell'ambito dell'operazione 'Dirty Water', coordinata dalla Procura di Trani. A 21 persone sono stati notificati altrettanti avvisi di garanzia poiche' si sarebbero resi responsabili di sversamento incontrollato nelle acque superficiali marine vicine alla costa di fanghi di depurazione, considerati rifiuti speciali, e di acque non depurate con valori chimico-biologici superiori a quelli fissati dalla legge determinando così la deturpazione delle aree marine e dei tratti costieri, oltre che la frode nell'esecuzione dei contratti per l'inadempimento degli obblighi contrattuali a carico delle società e dei loro rappresentanti legali, incaricati della conduzione, manutenzione, controllo e custodia degli impianti. Negli impianti venivano depositati i fanghi senza autorizzazione e in modo incontrollato e da società non iscritte all'albo nazionale. L'attività illecita era finalizzata, secondo la Procura, a conseguire un ingiusto profitto derivante dall'abbattimento dei costi di gestione con ulteriore danno derivante dalla non corretta stabilizzazione dei fanghi con l'avvio degli stessi al compostaggio anziché in agricoltura.

Ben venga questa operazione alle porte dell’estate – continua Tarantini – proprio nel 2011, il Comune di Trani si impose nel libro nero di ‘Goletta Verde’: infatti, il campionamento realizzato presso lo scarico di fogna che insiste sotto l’arco nei pressi della Villa Comunale riportava valori di inquinamento microbiologico talmente alti da risultare non quantificabili. L’operazione ‘Dirty Water’ non fa che confermare la necessità di una maggiore attenzione e controllo sul fronte della depurazione delle acque e della tutela delle nostre coste”.

Anche quest’anno Goletta Verde, la campagna di Legambiente sullo stato di salute del mare e delle coste farà tappa in Puglia. Tra le tappe previste anche quella nella provincia di BT a Trani per fine luglio.

Comunicato Stampa

12 agosto 2009

 

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Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali chiede conto al Comune dei lavori del Porto

Il 27 marzo scorso il Circolo cittadino di Legambiente aveva presentato al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, al Presidente della Regione Puglia, all’Assessorato Regionale dell’Assetto del Territorio, all’Assessorato Regionale dell’Ecologia, alla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio per le Province di Bari e Foggia e, infine, al Sindaco del Comune di Molfetta una richiesta di accesso a informazioni di carattere ambientale relative ai lavori della nuova sistemazione del porto.

In particolare il Circolo chiedeva di accedere al “Progetto esecutivo” dei lavori di sistemazione dell’area portuale approvato con delibera di Giunta il 13 febbraio 2008.

Le ragioni di questa richiesta stavano nella sconcertante impressione di assistere alla inadempienza sistematica delle prescrizioni di VIA impartite dalla Regione Puglia, dal Ministro dell’Ambiente e dal Ministero per i Beni Culturali.

In particolare il Decreto di compatibilità ambientale n. 648 del 23 giugno 2005, con il quale si concludeva l’istruttoria di VIA, evidenziava l’intenzione di salvaguardare il water-front dell’area urbana Madonna dei Martiri–Borgo Vecchio, già soggetto a vincolo paesaggistico, puntando alla “riqualificazione degli attuali capannoni delle officine e cantieri ed in particolare quello della CINET, che viene destinato a “Museo del Mare”, mentre, com’è noto, sul sito in precedenza occupato dal Cantiere CINET sono in corso i lavori di realizzazione della nuova Capitaneria di Porto, essendo stato il vecchio fabbricato abbattuto per fare posto alla nuova costruzione.

A fronte di questo precedente, la mancata pubblicizzazione del Progetto esecutivo impedisce di capire quale sorte venga prevista per la “Banchina Seminario” il cui ampliamento (lo sbandierato “lungomare di Ponente”) nelle prescrizioni viene stralciato, trattandosi di area sottoposta a vincolo paesaggistico; impedisce di capire se e in che modo avverrà la riqualificazione dell’area dei “Cantieri Navali”; non dà conto dei lavori di sistemazione idraulica delle aree di pertinenza ed annesse alle lame; non mostra in che modo verranno resi compatibili con i lavori le aree archeologiche presenti nelle aree interessate e quando e in che modo verranno eseguite le prospezioni archeologiche richieste dal Ministero del Beni Culturali e come si potrà eventualmente tenere conto dei loro risultati.

Gli unici riscontri alla richiesta di accesso agli atti, fatta ai sensi del D. Lgs. 195/2005 e dell’art. 28 del D. Lgs. n. 152/2006, erano stati, fino a pochi giorni fa, una mail con la quale il Ministero dell’Ambiente dichiarava di non essere in possesso dei documenti richiesti e, in data 13 maggio 2009, una nota del Ministero dei Beni Culturali con la quale veniva demandata alla Soprintendenza per i Beni Culturali di Bari l’acquisizione di notizie, dicendosi anche in questo caso il Ministero sprovvisto di qualunque documentazione.

Il 30 luglio è arrivata al Circolo una seconda nota da parte del Ministero dei Beni Culturali che, avendo a sua volta ricevuto dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia notizie dettagliate e preoccupanti sulla vicenda, chiede al Comune di Molfetta quanto sia stato fatto ad adempimento delle prescrizioni contenute nella V.I.A. e richiede che sia messo a disposizione delle Autorità competenti il famoso e, a questo punto sembra lo si possa dire, misteriosissimo “Piano esecutivo”.

Vale la pena riportare di seguito il testo della nota della Soprintendenza:

"Si rileva in proposito che, per quanto consti a questa Soprintendenza, non hanno avuto seguito di fatto

le prescrizioni rilasciate nella nostra del 22.03.05, prot. n. 5321 in sede di esame del Progetto preliminare della

nuova sistemazione portuale di Molfetta, benché ritenute vincolanti nel parere prot. n. 07.08.408/4229.[leggasi

4129] del 22.04.05 del Dipartimento per i Beni culturali e paesaggistici - Direzione generale per i Beni

architettonici e il Paesaggio in merito alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale, ex art. 6 l .

349/1986, avanzata dal Comune di Molfetta.

Infatti , per quanto di competenza di chi scrive, ai sensi del D. 19s 22 gennaio 2004, n. 42, non è stato

sottoposto a parere da parte dell'ATI incaricata (Cooperativa Muratori) il richiesto progetto esecutivo delle

opere di realizzazione del parco a verde intorno all'area del complesso monunentale-archeologico della

Madonna dei Martiri, in cui dovevano essere anche previsti gli oneri per l'assistenza alle opere di

movimentazione terra, nonché per l'eventuale recupero di contesti archeologici emergenti. Il progetto esecutivo

peraltro è stato approvato dal Comune di Molfetta con deliberazione di G.M n: 68 del 13.2.08.

Si fa inoltre presente che non risulta, per quanto a noi noto, sia stato dato corso alla richiesta di

prospezioni archeologiche subacquee preventive nello specchio d'acqua antistante il complesso monumentale

citato, né alle prospezioni geofisiche preliminari alla movimentazione terra, come espressamente richiesto dalla

Direzione generale per i Beni archeologici con nota prot. n. 3931 del 15.04.05".

La richiesta che il Ministero ha inviato al Comune di Molfetta non sembra nei modi e nella sostanza troppo diversa da quella di chi con gentilezza chiede alla volpe notizie della gallina. Ma tant’è. Il Circolo di Legambiente non può far altro, a questo punto e di fronte a questo incredibile pastrocchio che sempre di più rivela di essere la vicenda del porto molfettese, che trasmettere questa nota alla stampa attendendosi che ne dia il risalto che merita e alla magistratura perché valuti l’esistenza di comportamenti illeciti e produttivi di danni all’ambiente.

In allegato copia della nota del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 27 luglio 2009.

per il Circolo di Legambiente di Molfetta

il presidente, Antonello Mastantuoni